Testo a cura di Donatella

 

Una delle domande più ricorrente durante gli affidi è “ma il micio ha già imparato ad usare correttamente la lettiera?”

Chi ha avuto un cane sa quanto sia importante, e qualche volta difficile, la fase di training per abituare il cucciolo sin da subito ad un’evacuazione controllata e vincolata alla passeggiata, soprattutto se si tratta di cani che vivono in abitazioni senza spazio verde a disposizione.

Nel gatto comune appena nato, la stimolazione per l’evacuazione è indotta dalla gatta madre che, leccando sistematicamente la zona anale, induce l’emissione di feci e urine, comunemente ingerite poi dalla stessa madre che in questo modo tiene pulito sia il gattino che la zona-cuccia dove staziona per l’allattamento.

Questa fase delicatissima è uno dei passaggi da non trascurare in caso di ritrovamento di mici neonati, non ancora dotati di controllo autonomo degli sfinteri e che quindi devono essere aiutati costantemente in questo senso.

Resta in ogni caso sempre vero il fatto che il nostro piccolo amico in pelliccia è un animale profondamente vicino al concetto umano di “igiene”.  Alcuni gatti rifiutano l’uso di una lettiera già ingombra di feci e/o urine, anche proprie o di altri gatti. La maggioranza non ama mangiare né dormire nei pressi della zona di evacuazione. Ed è normale vederli “farsi bidet”  attraverso scrupolosi leccamenti circostanziati.

La mia micia spesso staziona seduta al mio fianco durante la fase di pulizia della  lettiera, per poi entrarci immediatamente dopo, felice di utilizzare sabbia pulita.

Crescendo, i gattini che hanno modo di osservare la madre nelle attività di scavo, evacuazione e ricopertura,  ne emulano il comportamento. L’acquisizione e la replica di un’azione è una prassi diffusa tra animali sociali ed è definita dagli etologi “allelomimesi” ossia “apprendimento per imitazione”.

La gatta che ricopre i propri escrementi compie anche un gesto istintuale e atavico di sopravvivenza: lasciare proprie tracce corporee in vista significa segnalare ad altri animali (eventuali predatori superiori) un segnale visivo e olfattivo della propria presenza e dunque esporre a potenziali rischi sé stessa e la sua prole.

Non a caso i gatti maschi adulti non sterilizzati, sollecitati dagli effluvi ormonali delle gatte in calore, lasciano spesso in vista le proprie feci (e spruzzano le superfici con urina) proprio per segnalare ad altri maschi e alle femmine la loro presenza e/o disponibilità all’accoppiamento.

Le feci non sono quindi per il gatto un semplice “rifiuto metabolico” ma vengono utilizzate come “vettore di messaggio” anche olfattivo, poiché contengono odori specifici univoci, rilasciati dalle ghiandole anali, riferibili ad ogni singolo gatto in maniera dettagliata quasi come una cartà d’identità e una firma lo sono per una determinata persona.

Una mia collega mi raccontò che il suo gatto adulto e sterilizzato, da qualche tempo defecava sistematicamente sul letto matrimoniale.
Dopo averle fatto una serie di domande finalizzate allo stile di vita del gatto, ho scoperto (rabbrividendo) che il micio veniva lavato tutte le sere, reo solo di aver passeggiato nel giardino erboso, dove ogni giorno veniva portato al guinzaglio.
Privato del proprio riferimento olfattivo e costretto a subire un trattamento quotidiano di toelettatura ingiustificata, il gatto stava subendo un forte stress che ne disturbava il comportamento. Nella disperata ricerca dei propri odori di cui veniva privato dai frequenti lavaggi, aveva incominciato a lasciare le feci nel luogo dove dormiva e cercava conforto, ossia il letto.
Ho consigliato di cessare immediatamente le abluzioni e passare a una semplice e accurata spazzolata “a secco” quotidiana. A tre giorni dalla sospensione del “bagno penale”, il micio ha ripreso correttamente l’uso della lettiera e non ha mai più manifestato disturbi nell’evacuazione.

Nelle abitazioni dove ci sono più gatti, i proprietari spesso riferiscono che uno di loro non copre mai bene le feci. E sebbene qualche volta la causa sia l’imperizia del micio altre volte non è uno sbaglio casuale.  Normalmente il gatto dominante che vive in gruppo ribadisce il ruolo di leader anche in questo modo.

Astrov, gatto temporaneamente paraplegico alle zampe posteriori dopo un incidente stradale, si trascinava comunque dal giaciglio fino alla lettiera (un vassoio basso riempito di sabbia) posizionata a brevissima distanza e pur in condizioni di salute così difficili voleva assolvere al compito secondo regola.

Immaginate dunque il disagio degli oltre 50 mici che abbiamo trovato “blindati” dentro la stalla fatiscente scoperta a Brescia nel 2005, dove da oltre una settimana erano abbandonati, digiuni e costretti a muoversi tra le loro stesse feci e urine (sulle femmine che abbiamo poi sterilizzato, i veterinari hanno trovato tracce di urea anche nel fegato, ingerita durante i continui leccamenti per tentare di pulirsi).

In caso di evacuazione impropria deve quindi essere prima di tutto considerato e valutato con attenzione lo stato di salute del micio da parte del veterinario, per escludere patologie a carico del tratto urinario, del tratto gastro-intestinale o altre malattie. Una volta accertato che non vi sono problemi sanitari, bisognerà fare un’analisi di tutto ciò che attiene il micio e il suo stile di vita, considerando ogni singolo particolare con mente felina.

Persino la tipologia di sabbia utilizzata potrebbe essere sgradita al micio. Sabbie profumate e aromatizzate, tanto gradite agli umani, possono rappresentare un fastidioso disturbo al naso del micio.
Ma anche il posizionamento della lettiera in zona troppo esposta o di continuo passaggio può rappresentare un problema.
Del resto forse nemmeno agli umani piacerebbe essere disturbati durante quei momenti ….

Inutile quindi punire il micio che ha sporcato fuori dalla lettiera, né subito dopo l’accaduto e meno che mai se è trascorso tempo dal fatto, perché l’animale non riuscirebbe a correlare gli eventi, mentre si otterrebbe di sommare ulteriore disorientamento al suo comportamento già inappropriato.

In assenza di malattia, le deiezioni fuori lettiera di un gatto hanno praticamente quasi sempre un valore “simbolico”  collegabile a stati emozionali o di risposta a problemi socializzativo-ambientali. Meglio mettersi in sintonia con lui con pazienza, e cercare di comprenderne la causa del disagio originante il disturbo.