Pubblichiamo volentieri la testimonianza di una nostra volontaria che si occupa di colonie e randagi e che – per fortuna dei gatti – è una persona che non si ferma alle apparenze ad ogni nuovo incontro felino sul territorio. Le storie raccontate in prima persona sono accadute nel mese di febbraio a Brescia e meritano visibilità, soprattutto come incentivo alla speranza per chi ha perso il suo gatto ed è ancora alla ricerca del suo adorato amico peloso.
La gatta tricolore
Intorno al 20 gennaio, nei pressi della mensa Ubi Banca a BS2, mi è parso di vedere un gatto.
Niente di più di una semplice macchia bianca nella penombra della sera e dei cespugli.
Posiziono una ciotola con del cibo e mi ripropongo di tenere guardato.
Ogni giorno successivo il cibo viene mangiato e in effetti in una sera seguente, la macchia bianca pelosa ricompare, fuggevole.
Decido che catturerò quello che penso essere un randagio selvatico, ormai insediato nel giardinetto a piano stradale.
L’altro ieri, in pieno giorno, il gatto è là.
Si mantiene a debita distanza e resta guardingo, ma soprattutto riesco a vedere che è una gatta, tricolore chiara.
La vezzeggio un po’ per capire come reagisce da lontano ed è istintivo chiamarla “ehi piccola… piccola cosa fai qui…”
Lascio la trappola qualche ora al sicuro nel parcheggio UBI lì a fianco e quando torno lei è dentro.
La valutiamo in gattile e decidiamo che, pur spaventata, la gatta è poco domestica, ma non selvatica.
Viene postata in FB come “gatta adulta trovata già sterilizzata”.
E il secondo miracolo (perché in effetti del primo ancora non sapete) si compie entro poche ore: viene riconosciuta da una persona che di solito la accudisce d’estate quando la legittima proprietaria nonché vicina di casa va in ferie. Viene pubblicata una foto non recente della gatta e le marche di colore combaciano perfettamente con quelle della mia fotografia.
Veniamo contattati telefonicamente e stentiamo a credere a quanto sentiamo: la gatta che ha 4 anni abita dietro Palazzo Loggia e si è smarrita la sera del 31 ottobre, uscendo dal portone di casa.
Sarebbe un miracolo (il primo) che sia ancora viva dopo 3 mesi, in buone condizioni e completamente fuori zona, avendo attraversato un contesto molto complicato come quello tra Piazza Loggia e BS2, con strade e ferrovie di mezzo.
Oggi, quando la persona in questione è venuta a vederla (perché la proprietaria lavorava) è entrata in stanza e l’ha chiamata più volte: la gatta le ha risposto con un miagolio debole e continuato ma affettuoso. Non c’erano dubbi che avesse riconosciuto la persona, che più tardi scriverà su Facebook “questa è una storia a lieto fine. La nostra Piccola sta facendo le fusa da quando è arrivata a casa. Grazie a tutti”.
Sì, perché il nome della gatta è proprio Piccola ….
Il gatto rosso e bianco
Il 10 febbraio, ossia lo stesso giorno in cui nel pomeriggio catturavo la gatta tricolore, sono poi stata in serata alla colonia Zona Industriale a Brescia.
Nella penombra del parcheggio dove si trovano a mangiare 10-12 gatti selvatici tutti soriani o al massimo neri, è sbucato da un cespuglio un gatto rosso e bianco, che sembrava un maschio adulto non sterilizzato, visto il gran testone, ma con il corpo magro e una mezza coda.
Miagolava agitatissimo, molto affamato e non ha esitato a buttarsi tra le mie caviglie: ho pensato fosse un domestico arrivato lì e dato che con gli altri si teneva a distanza, l’ho comodamente messo in trasportino per ritirarlo e valutarlo con calma il mattino successivo, direttamente in ASL Veterinaria, dove era previsto arrivasse anche un altro gatto.
Ha continuato strenuamente a miagolare, il che confermava che fosse domestico.
La mattina successiva sotto al trasportino c’era una marea di sangue persino coagulato: la sera precedente il gatto non aveva lasciato tracce dentro l’auto, quindi presa dal panico, mi sono diretta al Canile Sanitario ASL dove ho notato che la coda del gatto era stata ferita e sanguinava.
Il veterinario di ASL lo ha suturato e microchippato, ma risultava già sterilizzato e lo abbiamo ospitato in sede per convalescenza.
Insieme all’appello per il ritrovamento della tricolore è stato postato anche il suo appello, ma senza foto, visto che nella confusione non l’avevo fatta. E la foto del gatto in FB (fatta il 12 febbraio) viene pubblicata finalmente il 14 febbraio in tarda mattinata.
Quello stesso giorno, in gattile verso le 16 riceviamo una telefonata: il gatto era stato riconosciuto tramite il social e stava arrivando a prenderlo la sua famiglia.
Miracolo n. 3: il ragazzo proprietario arriva con le foto e mi descrive le caratteristiche del gatto e pare combaciare tutto: dal neo sul naso al fatto che sia andato perso qualche giorno prima del 10 febbraio, che potesse essere scappato o fuggito perché la madre del ragazzo aveva notato la coda rotta intorno al 5 febbraio e manovrandolo per medicarlo gli avesse fatto tanto male da farlo andare a nascondersi e invece…
Miracolo n. 4: il gatto ha già avuto il 5 febbraio una forte emorragia e i proprietari -che lo hanno cercato in loco anche attraverso cartelli- lo credono andato a morire da qualche parte, visto anche che quel giorno ha nevicato molto. E invece …
Miracolo n. 5: il gatto ha 15 ANNI (cosa che noi scopriamo solo quando arrivano i proprietari) è ipertiroideo, ed ha subito un’anestesia per la sutura coda che poteva essergli fatale e invece ….
Miracolo n. 6: il gatto abita in Via Livorno zona Chiesanuova e tra tutte le colonie o i posti che ci sono tra casa sua e il resto del mondo, invece si presenta nell’unica colonia dove incontra me …
Non so cosa pensate di queste storie, ma se me le avesse raccontate qualcun altro non gli avrei assolutamente creduto. E invece ….
p.s.: Miracolo n. 7: la proprietaria della tricolore abita dietro la Loggia ma lavora a BS2, non guida e si sposta solo in Metro o in Bus. La sua gatta l’ho catturata a meno di 300 metri dal suo ufficio di lavoro ….
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FEB